Dicono che viaggiando si cambi e io credo sia proprio vero. Non solo perché – al di là dei luoghi che scopri e delle persone che incontri – vedi o provi usi, oggetti, ricette, ambienti e tanto altro che magari in qualche modo poi porti a casa con te, introducendoli nella tua casa, nella tua quotidianità, nel come ti vesti o in quello che fai. Ma anche perché quando viaggi, soprattutto se molto lontano e con un bel po’ di tempo con te stesso, trovi nuove prospettive su certe dinamiche e comportamenti ‘di casa’ e forse quando torni riuscirai a cambiare almeno un po’ alcune cose che da lontano hai messo meglio a fuoco e che possono essere migliorate, modificate, armonizzate… Ci spero.
E poi c’è questa cosa, per me bellissima, degli altri che dormono mentre tu ‘fai cose’ – non sei sveglio mentre loro dormono perché soffri di insonnia o ti tocca lavorare. No, da te è giorno e da loro no. Non so bene perché, ma quando questo mi accade provo una particolare dolcezza: è come se, dormendo, loro potessero assorbire meglio i miei pensieri di affetto, la mia vicinanza. Allora, in punta di piedi, penso alle persone che amo – in tanti modi – e me le tengo vicine. Non troppo, senza stringere, senza sfiorare il loro sonno. E mi sembra di comunicare di più così di quando sono a due passi.
Beh, questa settimana è stato così. Volevo dirvelo. Good night, Italy


